mercoledì 1 ottobre 2008

Faffan ... mondo!

Oggi riflettevo su come dare nuova linfa a questo blog che, per motivi vari - tra cui il lavoro, ve lo assicuro! - è rimasto fermo un pò troppo a lungo. Ecco allora che mi interrogavo su cosa potesse conquistare un pò di spazio importante, senza annoiare e, possibilmente, interessando i più sull'argomento esposto ... Nulla ... tabula rasa ... ogni argomento appare banale ... appare scontato ... appare già letto, già visto, già sentito, mille e mille volte. Speravo che una musa mi illuminasse ... così ho cominciato a "scartabellare" qualche foto, qualche immagine, qualche sito internet ... ma niente! NIENTE! Così sono giunto alla soluzione che mi sento svuotato! Nulla di importante è in grado di conquistare la mia attenzione! Nulla di serio riesce a donarmi quell'estasi editoriale che mi consenta di riempire di spessore e di orgoglio ciò che vi scrivo. La verità è che la società è sterile ... è vuota ... è banale, ripetitiva e noiosa e, soprattutto, mi fa inkazzare a morte. Perché mi sento un pesce fuor d'acqua ... perché mi sento vivo solo quando me ne estranio, rinchiudendomi in mondi che trascendono l'orrendo e ripetitivo divenire della nostra realtà. Mi guardo intorno in cerca di speranza e vengo abbattuto da Maria De Filippi e le sue sosia che ci propinano - ahimé - forse il più realistico modello sociale che si possa mai raccontare con le immagini e con i "rutti"! Mi guardo intorno e vedo che la classe politica al potere è così in gamba da far riemergere vecchie ideologie frutto di un epoca che credevo [e speravo] fosse passata [sia pur mai dimenticata]. Il tutto nell'ignavia e nel menefreghismo generale di gente ottusa dalla TIVU, da Maria, dal modello americano, dal family day, dall'immigrazione clandestina, dai delitti, dall'avv. Taormina, da Emilio Fede, da Porta a Porta e, non da ultimo, dalla publicità della FIAT PUNTO che se la vedesse Rino Gaetano si rivolterebbe nella tomba! Così, miei cari e fedelissimi lettori, non mi resta che rassegnarmi alla realtà, magari godendo dei piccoli momenti di intimità che solo un libro, un film o la ps3 può regalare e, per tutto il resto, urlare il mio sconcerto e pregare che domani tutto o qualcosa possa cambiare.