martedì 30 ottobre 2007

Blog e censura: una questione di conoscenza

Nel presente post riporto integralmente un articolo pubblicato su altalex inerente ad una vicenda che nei giorni scorsi ha fatto gridare allo scandalo, alla dittatura, all'incostituzionalità e che pare, invece, che stia rientrando grazie anche all'opportuno ripensamento di chi vi avea dato causa...Vi lascio all'articolo affinché possiate trarne le opportune valutazioni.
"L'11 ottobre 2007 il Consiglio dei Ministri ha approvato su proposta del Presidente del Consiglio, un disegno di legge per la nuova disciplina sull’editoria quotidiana, periodica e libraria, che conferisce al Governo una delega per l’emanazione di un testo unico finalizzato al riordino dell’intera legislazione del settore.
La finalità espressa nel disegno di legge appare coerente con i principi costituzionali in materia, infatti si legge che "la disciplina mira all’arricchimento della produzione e della circolazione dei prodotti editoriali, allo sviluppo delle imprese e del settore editoriale in conformità ai principi della concorrenza e del pluralismo, al sostegno all’innovazione e all’occupazione, alla razionalizzazione e alla trasparenza delle provvidenze pubbliche, nel rispetto dei principi affermati dallo stesso articolo 21 della Costituzione"; purtroppo nell’articolato si ha la prova che le finalità espresse vengono disattese per quanto attiene la comunicazione digitale.
In particolare nelle ultime ore il popolo della Rete è insorto, avverso questo disegno di legge, in quanto dal combinato disposto degli articoli 2, 5 e 7 emerge che il blog (ovvero la "traccia sulla rete" che ogni utente volendo può lasciare attraverso il suo pensiero) viene assimilato al "prodotto editoriale", e per questo è riconducibile al blogger non solo l’onere di registrazione al ROC - Registro degli operatori di comunicazione – quanto una responsabilità sotto il profilo penale e civile alla stregua dell’editore che svolge professionalmente e con lucro la sua attività.
A dettare successivamente i canoni per l’iscrizione al ROC sarà l'Autorità italiana per le telecomunicazioni (AgiCom), chiamata a individuare i requisiti per i quali: blog e siti saranno tenuti a registrarsi; il tutto perché il disegno di legge non entra nel merito delle singole situazioni.
Come prevedibile sulla Rete si è diffusa la protesta di migliaia di blogger preoccupati che la loro passione, lungi dall’essere vissuta come prodotto editoriale-commerciale, venisse limitata o addirittura cancellata da oneri burocratici e nuove responsabilità giuridiche.
Qualcuno ha affermato che il disegno di legge sia stato redatto "ad personam", tuttavia l’iter per la redazione del provvedimento, per la concessione della delega al Governo - che risale al 3 agosto - lascia difficilmente pensare che la norma sia nata in contrapposizione ad un messaggio "antipolitico" veicolato recentemente sul web.
Ritengo che questo disegno di legge sia frutto di scarsa, se non inesistente, conoscenza della genesi della Rete, del suo sviluppo, della sua applicazione; per questo motivo il disegno di legge sarà ritirato nei prossimi giorni per la parte che investe la telematica, vuoi per l’impopolarità suscitata, vuoi per il rilievo incostituzionale che emerge in relazione all’art. 21 cost., vuoi per l’incapacità emersa nel saper coniugare il mondo della comunicazione digitale al mondo della carta stampata.
Nell’arco di poche ore alcuni Signori Ministri hanno ammesso di non aver compreso la portata della norma che andavano ad approvare, dichiarando non solo di riesaminare il provvedimento, quanto di ritornare sulla propria decisione con l’impegno di cancellare determinati riferimenti che appaiono restrittivi alla libera condivisione della conoscenza sul web.
Quale estimatore della filosofia della rete e della libertà di espressione, mi sento di intervenire rilevando l’enorme distanza tra chi è chiamato a legiferare le condotte, da chi invece opera sul web motivato da passione e desiderio di condividere la conoscenza.
Molto spesso ci troviamo di fronte ad una netta spaccatura, nella quale la rete ancora una volta viene interpretata come strumento tecnologico e non come un insieme di donne, uomini e giovani che dialogano tra loro.
La forza della tecnologia è data dalla sua incapacità nel subire censure e restrizioni, la forza del web è nella sua trasparenza, immediatezza e partecipazione.
Ciò che abbiamo vissuto nelle ultime ore, con l’intervento di decine di migliaia di utenti chiamati a difendere la propria libertà di espressione, è realmente un vero fenomeno democratico capace di giungere immediatamente all’attenzione del politico che, di conseguenza, ha modo di rettificare o cancellare un provvedimento che palesemente risulta contrario alle aspettative del popolo.
Allora mi chiedo se ci troviamo, se pur in questo particolare e difficile momento storico del nostro Paese, all’affermarsi di un modello di "democrazia diretta e partecipata", auspicato da Norberto Bobbio, ispirato da Manuel Castell, indicato da Roberto Mangabeira Unger.
La Rete è come la sabbia più si cerca di stringerla tra le dita, più essa sfugge libera".
[Massimo Melica, http://www.altalex.com/]

1 commento:

mattuoto ha detto...

Tu sunti mai eh..mi raccomando, cmq sono contento...quasi quasi te lo copio e me lo incollo sul mio Blog....